Canto di lavoro

30 aprile – 1 maggio 2018

Abbiamo deciso di dedicare questo canto teatrale ai bambini lavoratori di tutto il mondo, e lo abbiamo fatto perché è proprio con “Canto di lavoro” che è iniziata questa semplice e bellissima storia nel 1998. 20 anni fa “Canto di lavoro” ci narrava di Iqbal Masih, un ragazzo Pakistano di 12 anni che lottò per i suoi diritti di lavoratore e per i diritti di tutti i bambini. Iqbal fu ucciso nel giorno di Pasqua del 1995, da qualcuno che temeva la sua voce, mentre correva con il suo aquilone. Da allora il nome di Iqbal è diventato il simbolo della lotta per liberare i bambini schiavizzati di tutto il mondo. E così, 20 anni dopo, ci piace dedicare ancora una volta il Cantamaggio a chi come Iqbal ha lottato su questa terra per rendere la vita di tutti, più giusta e più bella.

“È come far volare un aquilone: all’inizio bisogna correre forte tenendolo ben stretto nella mano, in alto tanto quanto il nostro braccio ci consente, finché l’aria non comincia a sollevarlo. Solo adesso puoi mollare la presa, ma è importante continuare a correre mantenendo il filo corto. Questo è il momento più difficile e faticoso ed è quello determinante per la riuscita del volo. Quando l’aquilone ha preso quota lo si affida alla forza del vento perché lo sostenga. Ora non è più necessario correre con lui. Bisogna solo allungare il filo piano piano, controllando sempre che non perda quota. L’aquilone andrà sempre più in alto e, col naso all’insù, lo si potrà ammirare austero, luccicante al sole. Un filo invisibile lo sostiene. E lungo quel filo corre l’amore autentico che non si spezza, l’amore che dà vita, che mai abbandona.
(Laura Tangorra)