Canto clandestino

30 aprile – 2 maggio 2010

100 ragazzi e ragazze in scena per interpretare l’epopea di un gruppo di persone che attraversano clandestinamente deserti e mari. Come Griot, ci hanno raccontato la storia di Osea, un giornalista che decide di realizzare un reportage sui CPT, vivendo in prima persona il viaggio dei clandestini, inseguono il sogno di una vita migliore. Voci che hanno parlato di umiliazione e di vergogna, di disperazione e di speranza.  Hanno parlato della necessità di andare a trovare il lavoro, ma anche dell’amore per la propria terra e della nostalgia di casa. Ma soprattutto hanno raccontato con profonda emozione l’essere clandestino, nascosto, chiuso, prigioniero, costretto, non riconosciuto, sconosciuto.